Virus Oropouche, che cos’è e perché non dobbiamo preoccuparci

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Il virus Oropouche è un agente infettivo scoperto nel 1955 a Trinidad e Tobago. Si tratta di un arbovirus a RNA appartenente al genere Orthobunyavirus, della famiglia dei Bunyavirus.

Sebbene il nome possa non dirvi molto, il virus Oropouche ha causato numerose epidemie in varie regioni tropicali dell’America Latina, inclusi paesi come:

  • Brasile,
  • Perù,
  • Panama,
  • Haiti,
  • Colombia,
  • Guyana francese.

Ma attenzione: non sono stati riportati casi in Europa.

Come avviene la trasmissione del virus oropouche

Il virus Oropouche si trasmette principalmente tramite le punture di moscerini ematofagi, in particolare del tipo Culicoides paraensis. Questi moscerini fungono da vettori per il virus, trasmettendolo da una persona infetta a una non infetta.

È importante notare che:

  • I vettori non sono presenti in Europa, il che riduce notevolmente il rischio di contagio in questo continente se non addirittura lo azzera.
  • I pochi casi segnalati in Italia sono stati importati da persone già infette al loro arrivo.

A differenza del virus del Nilo occidentale, che tra l’altro richiede zanzare come vettori per il contagio, il moscerino del genere Culicoides può trasmettere il virus direttamente da uomo a uomo, ma è sempre necessaria la sua presenza. Non si può passare da persona a persona senza il vettore.

Qual è l’habitat del vettore e qual è il rischio di trasmissione in Italia

Il moscerino Culicoides prolifera in ambienti con materiale vegetale in decomposizione, come tronchi di banano e bucce di cacao. Si tratta di un fattore che aumenta il rischio di trasmissione tra i lavoratori agricoli esposti a queste colture. Ma attenzione: in Italia, queste condizioni ambientali e questi tipi di coltivazioni sono completamente assenti.

Come funziona il riassortimento genetico del virus oropouche

Una caratteristica rilevante del virus Oropouche è la sua capacità di effettuare il riassortimento genetico. Si tratta di un processo che avviene quando due virus co-infettano una singola cellula, generando progenie con segmenti genomici misti, cioè contenenti geni di entrambi i virus parentali.

È un fenomeno che:

  • Contribuisce alla diversità genetica del virus.
  • Può influenzare la competenza del vettore (la capacità del moscerino di conservare e diffondere il patogeno) e la gravità dell’infezione
  • Facilita la nascita di nuove varianti virali.

È un fenomeno comune tra gli orthobunyavirus in Sud America e può portare all’emergere di varianti in grado di evadere l’immunità della popolazione. Sebbene la sorveglianza degli arbovirus nelle Americhe sia scarsa, il numero di varianti reassortanti del virus Oropouche potrebbe essere sottostimato, inoltre già sappiamo di alcuni casi di varianti reassortanti tra Oropouche e Dengue.

Quali sono i sintomi e come si fa la diagnosi dell’infezione da virus oropouche

Il periodo di incubazione dell’infezione varia da 3 a 12 giorni. I sintomi comuni includono:

  • Febbre improvvisa
  • Mal di testa
  • Dolori muscolari e articolari
  • Fotofobia
  • Eruzioni cutanee

In alcuni casi, possono manifestarsi sintomi emorragici come petecchie e sanguinamento delle gengive. Il virus può essere rilevato anche nella saliva e nelle urine dei pazienti infetti. Non esiste un trattamento specifico per la malattia; le cure sono di supporto e mirano ad alleviare i sintomi fino a che il sistema immunitario non riesce a reagire.

Come prevenire l’infezione

La prevenzione dell’infezione da virus Oropouche si basa principalmente sull’adozione di misure contro le punture di insetti, come l’uso di schermi protettivi o repellenti. Tuttavia, dato che il virus non è presente in Italia, il rischio per la popolazione italiana è praticamente inesistente.


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