Freddie Mercury e l’HIV, le terapie moderne avrebbero potuto salvarlo?

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Freddie Mercury, iconico frontman dei Queen, come tutti sappiamo ci ha lasciato troppo presto a causa dell’AIDS. Con l’avvento delle terapie moderne, molti si chiedono se la sua sorte sarebbe stata diversa se si fosse ammalato nei giorni nostri.

In questo articolo, esploreremo come le moderne terapie antiretrovirali avrebbero potuto influenzare la vita di Freddie, analizzando due scenari di diagnosi: una diagnosi nelle prime fasi della malattia e una in una fase avanzatissima.

Scopriremo anche l’importanza della corretta assunzione della terapia per evitare le resistenze ai farmaci e garantire una vita sana e lunga.

L’HIV negli anni ’80 e ’90 e l’evoluzione delle terapie

Negli anni ’80 e ’90, la diagnosi di HIV era sinonimo di morte certa. Fino al 1983, esistevano solo terapie di supporto, ma anche con l’arrivo dell’AZT (azidotimidina), l’efficacia era scarsa e piena di effetti collaterali. Con l’introduzione delle terapie antiretrovirali ART, successivamente diventate HAART (terapia antiretrovirale altamente attiva), oggi siamo in grado di tenere a bada il virus fino a renderlo non rilevabile.

Un’efficacia che consente alle persone con HIV di vivere una vita lunga e sana, oltre al non poter più contagiare altri se si raggiunge una carica virale pari a zero.

Se Freddie Mercury avesse ricevuto la diagnosi nelle prime fasi della malattia

Se Freddie Mercury fosse stato diagnosticato nelle prime fasi dell’HIV, quando i sintomi erano minimi o assenti, avrebbe iniziato subito una terapia antiretrovirale. La terapia avrebbe impedito al virus di danneggiare il suo sistema immunitario, riducendo progressivamente la carica virale fino a raggiungere livelli non rilevabili. In questo modo, sarebbe stato possibile prevenire l’insorgenza di tumori e infezioni opportunistiche, che sono collegati all’avanzamento della malattia e allo stato di immunodepressione. Con una diagnosi precoce e una terapia corretta, Freddie avrebbe potuto continuare ad esibirsi e vivere una vita pressoché normale.

Se Freddie avesse ricevuto la diagnosi in una fase avanzata

In questo scenario, Freddie scopre di essere positivo all’HIV quando compaiono i primi segni di AIDS, come il sarcoma di Kaposi. L’insorgenza del Kaposi indica che il virus ha già compromesso il sistema immunitario, poiché questo tumore non può presentarsi in un sistema immunitario sano. Freddie è quindi già in fase di AIDS, con un’immunodeficienza conclamata. Anche in questa fase, le moderne terapie avrebbero potuto giocare un ruolo cruciale.

Avviare tempestivamente il trattamento riduce rapidamente la carica virale e migliora le difese immunitarie, aumentando la qualità della vita e la longevità. C’è da dire, però, che se l’AIDS è in uno stato avanzato, ciò potrebbe non essere sufficiente. In alcuni casi, come quello del sarcoma di Kaposi, è talvolta necessario affiancare alla terapia cicli di chemioterapia o, in caso di infezioni batteriche, una terapia antibiotica.

Le resistenze del virus dell’HIV ai farmaci

Il virus dell’HIV reagisce in maniera diversa alla terapia in base alle resistenze che sviluppa verso determinati farmaci. Un virus con molte resistenze è più difficile da combattere rispetto a uno senza resistenze. Le resistenze ai farmaci sono quasi esclusivamente causate da errata assunzione o interruzione della terapia HIV.

Una persona che assume la terapia in maniera incostante o la interrompe è più pericolosa per sé stessa e per gli altri, rispetto a una che non ha mai fatto la terapia, perché può trasmettere una versione del virus resistente ai farmaci.

In conclusione

Purtroppo sono ancora numerosi i nuovi casi di HIV e molti pazienti assumono irregolarmente la terapia, rendendola inefficace. Una diagnosi precoce e la costanza nell’assunzione della terapia sono fondamentali.

Se le terapie moderne fossero state disponibili ai tempi di Freddie Mercury, avremmo potuto conservare molti tesori della musica. Non smetterò mai di sottolineare l’importanza della prevenzione e della costanza nella terapia per combattere l’HIV.

Fonti:

  • foto principale da wallpaperaccess
  • video documentario di Agency IK (con licenza CC di riutilizzo consentito)
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